Fiera dell’Annunziata: fumo negli occhi, ma non sufficiente a celare il degrado in cui sta affondando la città. L’impegno dell’assessore Silvio Franco e del consigliere comunale Marco Nunzi era quello di aumentare le bancarelle e riorganizzarle.
In realtà, però, pare essere stato ottenuto il risultato completamente opposto: bancarelle ridotte da 300 a 200 e sparse qua e là senza una logica. Quattro banchi a via Garibaldi, piazza Fontana Grande vuota, una bancarella a San Faustino, altre dislocate in fondo al parcheggio del Sacrario, in una postazione marginale, piuttosto isolata, e lontana dalle attività commerciali che, invece, avrebbero gradito vedere un po’ più di movimento portato dalle bancarelle. C’è poi da chiedersi perché una fiera storica e importante come quella dell’Annunziata, che si svolge, peraltro, a due passi da Roma, non riesca a catalizzare l’interesse di un maggior numero di ambulanti su tutto il territorio nazionale? Al riguardo non possono passare inosservate le critiche che emergono dal comparto verso il mancato rinnovo delle concessioni, l’assenza di bandi pubblici e di graduatorie nell’assegnazione dei posteggi, un contesto che da solo basterebbe a scoraggiare la partecipazione di molti operatori del settore, soprattutto di quelli che vengono da fuori regione.
È chiaro, dunque, che se questo fosse il problema, per rilanciare la fiera dell’Annunziata non serve spostare i pezzi qua e là alla ricerca dei giusti incastri come le facce del cubo magico, operazioni superficiali e solo di facciata a cui ci ha abituati il patto civico di Frontini, ma è necessario rivedere seriamente le procedure come farebbe, invece, un’amministrazione che vuole incidere veramente, rinnovando i processi della macchina comunale. Ma il gruppo Frontini pare più interessato a dire che a fare. E in merito a ciò, quel che ha indignato profondamente sul piano pratico è lo stato vergognoso in cui è stata presentata la città nel giorno dell’Annunziata a viterbesi e turisti.
Erba alta e folti cespugli a piazza Fontana Grande intorno alla recinzione del cantiere, completamente scoperto, la fontanella piena di acqua maleodorante e melma, mentre la monumentale fontana del Sepale ridotta a una discarica con bottiglie di birra, alcune rotte, contenitori vuoti di cibo, coriandoli e stelle filanti, schiuma colorata appiccicata al troncone centrale che regge la fontana, residui addirittura del Carnevale. Uno spettacolo raccapricciante, la città, che è la casa di tutti i viterbesi, è stata presentata sporca e trascurata per colpa di chi si era candidato a tenerla in ordine per conto di tutti, ma che evidentemente non è in grado di farlo.
Andrea Micci
Consigliere comunale
Lega Salvini Viterbo